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Ricorderemo il 2020 come l’anno della pandemia. Ma soprattutto lo ricorderemo come l’anno in cui tutto è cambiato: il nostro modo di vivere, le nostre abitudini, la nostra scala di valori. E il senso di parole che in un passato recente sono state usate e spesso abusate fino a risuonare come mantra un po’ vacui, ma che nei mesi del lockdown e in quelli della ripartenza hanno assunto un significato inedito e straordinariamente profondo: sostenibilità, inclusione sociale, economia circolare, solidarietà. E ancora: mindfulness, disruption, innovazione, digitalizzazione, resilienza.


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Ogni crisi contiene il seme dell’opportunità. La pandemia ha imposto all’umanità di pagare un duro prezzo, ma l’ha anche costretta a un cambiamento radicale, a trasformare velocemente in azioni concrete i concetti espressi da quei mantra: il futuro ci dirà fino a che punto saremo stati in grado di cogliere le opportunità offerte da questa crisi per migliorare in modo permanente le nostre società e il pianeta che abitiamo.

Il presente però ci ha rivelato qualcosa sul nostro Paese. Come è sempre stato nel momento del bisogno, lo abbiamo visto mettere in campo la sua insuperata creatività, la flessibilità e la capacità di reagire. Nonostante il lockdown, lo abbiamo visto continuare a produrre e lavorare per garantire i servizi essenziali, mentre il personale sanitario si prodigava fino allo stremo negli ospedali.

Ogni giorno, fin dalle primissime fasi della pandemia, e fino a oggi, i nostri fotogiornalisti hanno raccontato tutto questo: la cronaca quotidiana di un Paese colpito duramente come pochi altri al mondo, ma che come pochi altri ha saputo rimboccarsi le maniche e affrontare l’emergenza. E poi la ripartenza, la campagna vaccinale, le trasformazioni che la pandemia ha portato nelle nostre società e nelle nostre vite.

Con CoviDiaries abbiamo dato forma a questa narrazione, che vuole essere sia un tributo, sia soprattutto un memento: per non dimenticare ciò che abbiamo saputo essere, ciò che siamo e ciò che abbiamo l’opportunità di diventare in futuro. Perché, come recita un proverbio cinese, quando soffia il vento del cambiamento, c’è chi costruisce un riparo, e chi un mulino a vento.


Giudice delle Nazioni, risparmiaci,
Affinché non dimentichiamo – non dimentichiamo!

Recessional, Rudyard Kipling, 1897


PRELUDIO


 

Mai come durante l’emergenza Covid-19 siamo stati consapevoli del passare del tempo, del susseguirsi delle ore scandito dalle conferenze stampa quotidiane, dai bollettini dei contagi e dei ricoveri, dal conteggio dei giorni e delle settimane trascorsi nelle nostre case. Ognuno di quei giorni tra febbraio e giugno del 2020 ha segnato una tappa del nostro percorso collettivo: per ciascuno di essi abbiamo scelto un’immagine simbolica. Un diario visivo, un lungometraggio ridotto ai suoi fotogrammi essenziali, un album della memoria.



TEMI



Tredici linee narrative fatte di voci, volti e avvenimenti diventati il simbolo dei mesi dell’epidemia in Italia: nella sofferenza, e al tempo della ripartenza, ciascuno è una grande storia di coraggio e di speranza. Tredici capitoli di un racconto corale in cui il Paese mostra il meglio di sé.


LUOGHI



L’epidemia, partita dalla Lombardia a febbraio 2020 e rapidamente diffusa in buona parte del nord Italia, per poi estendersi al centro e al sud, ha avuto un’evoluzione molto diversa da regione a regione. Clicca per leggere le storie e vedere le immagini di ciascuna regione italiana.


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